BENE DICHIARAZIONI ESPONENTE UE SU REGOLE PER DIGITALE: DIMENSIONE MINIMA E’ EUROPEA

Roma, 21/9/2017 - "Esprimo grande apprezzamento per le parole molto chiare del direttore generale della DGConnect della Commissione Europea, Roberto Viola, quando afferma che la dimensione minima del mercato digitale sia quella europea,  tanto più per quanto riguarda le regole” è la posizione di Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale a commento delle dichiarazioni rilasciate oggi dal direttore generale Viola all'online Key4biz.it che lo ha interpellato sul ddl 2484 sulla neutralità delle reti e piattaforme, noto come ddl Quintarelli. “E’ ciò che l’industria Ict sostiene da tempo –continua Catania -  confrontandosi quotidianamente con un mercato che è assolutamente globale e che richiede norme chiare e certe in grado di assicurare condizioni competitive uguali per tutti gli attori. Solo così le imprese del digitale europee, e quindi anche italiane, possono affrontare i grandi competitori internazionali”. 

Si associa alle parole di Catania, il presidente di Assotelecomunicazioni -Asstel Dina Ravera, rilevando che “Le dichiarazioni odierne del direttore generale della DG Connect, Roberto Viola, dimostrano che le preoccupazioni espresse dagli Operatori Tlc del Paese non erano senza fondamento o peggio ancora strumentali, ma al contrario avevano correttamente inquadrato il possibile impatto anticompetitivo e anti mercato unico di iniziative che, connotandosi a livello solo nazionale, aggraverebbero l'incertezza di mercato invece di disegnare un quadro normativo armonizzato e prevedibile. Gli Operatori di telecomunicazione riconoscono la validità del principio di neutralità della rete nell'attuazione equilibrata che ne è stata data a livello comunitario e già agiscono in conformità alla normativa vigente.

“Auspico– conclude Catania-  che la presa di posizione del dg Viola favorisca quel ripensamento sul ddl 2484 che Confindustria Digitale e Asstel hanno chiesto da subito al Parlamento.  La priorità di ogni Paese è quella di collaborare alla costruzione di un grande mercato digitale europeo e non di legiferare a livello nazionale, scelta che causa la frammentazione del mercato e crea pericolose situazioni di incertezza del diritto”.

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