SAFE HARBOR: APPELLO AL GOVERNO PER SPINGERE SU NUOVO ACCORDO PER IL TRASFERIMENTO DI DATI TRA PAESI

Elio Catania: “A rischio l’operatività online di migliaia di imprese”

Roma, 2/2/2016 – “Giungere al più presto a un nuovo accordo tra Ue e Stati Uniti per il trasferimento tra paesi dei dati personali è ormai una vera e propria priorità per l’economia europea, sempre più basata sui processi e servizi digitali alle imprese e cittadini. La profonda incertezza normativa che si è venuta a creare in questo settore, infatti, sta iniziando a penalizzare i flussi del commercio transatlantico e compromettere l’attività di migliaia di imprese anche italiane, che fino a ieri potevano fare affidamento sull’accordo noto come Safe Harbor, approdo sicuro, che assicurava una cornice giuridica per i trasferimenti transatlantici a fini commerciali di dati personali” – è l’allarme lanciato da  Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, all’indomani della fine del periodo transitorio di vigenza, stabilito dal Garante della Privacy a seguito della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, che a ottobre dello scorso anno ha annullato l’accordo tra Stati Uniti ed UE che regolava il flusso transatlantico di dati.  Periodo che, nonostante gli apprezzabili sforzi di entrambe le parti, è trascorso senza che si riuscisse ancora a definire una nuova intesa.

“Proprio per questo– afferma il presidente di Confindustria Digitale - abbiamo indirizzato al Governo italiano un appello affinché il nostro Paese contribuisca con un ulteriore sforzo al negoziato in atto tra Usa e Ue per giungere a un nuovo Safe Harbor.  Nel rispetto dei principi di legalità e dei diritti fondamentali, a iniziare da quello per la tutela dei dati personali, l’accordo può e deve diventare una cornice di regole a sostegno della crescita e l’innovazione per entrambe le sponde dell’Atlantico. In questo senso riteniamo l’impegno dei governi nazionali, e quindi anche di quello italiano, fondamentale per aiutare a trovare il giusto equilibrio tra i molti interessi in gioco e garantire un quadro giuridico durevole per i flussi di dati tra i paesi”.

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