We applaud the Digital Venice initiative: for the first time the opening session of an European Semester is fully dedicated to digital innovation.
The Venice Declaration is a declaration of leadership and commitment. We fully endorse that productivity and growth in EU can only be restated through a pervasive use of digital technology in all Industries and Institutions.
Transformation and change will be enabled through an economic policy centered around technology. Government and EU must play this role with an extraordinary unprecedented passion and energy, ie leadership.
We also fully endorse that the creation of an European Digital Single Market will permit the full exploitation of new technologies, will ensure interoperability and enhance security, so creating confidence and trust among EU citizens.
On the other hand the real challenge, which goes together with the Venice Declaration, is how to make this happen. It’s necessary to stay on ‘’execution’’, to avoid that vision and priorities don’t hit the real ground. Setting just targets is not guarantee for success.
Our conviction is that obsessive focus on executing plans, milestones, responsibilities at EU and country level will make the real difference, this time, compared to the Lisbon Strategy and alike. Defining current legislative framework with “digital eyes” is also part of this new approach. It is more than welcome the creation of a single Digital Council of Ministers, monitoring progress along these lines.
Finally, regarding financial costs of digitalizing Europe, we strongly believe that a much better use of EU funds (and country matching), has to be ensured in support of strategic communication and application platforms. A more extensive adoption of public-private partnership could certainly open for new sources of funding.
Being digitalization the most strategic investment to restore European growth, funds should not be considered part of the stability pact.
Venezia, 8/7/2014 – Accogliamo con grande favore “the Digital Venice initiative”: per la prima volta l’avvio di un semestre di presidenza europeo è interamente dedicato all’innovazione digitale.
The Venice Declaration è una dichiarazione di leadership e di impegno. Condividiamo pienamente l'idea che la produttività e la crescita in Ue possano essere rilanciate solo attraverso un uso pervasivo delle tecnologie digitali in tutte i settori dell’industria e delle istituzioni.
Trasformazioni e cambiamenti possono essere attivati solo attraverso una politica economica incentrata sulle tecnologie. Governi e Ue devono svolgere questo ruolo con uno straordinario e senza precedenti grado di passione ed energia, cioè di leadership.
Inoltre concordiamo pienamente sull’obiettivo di creare un mercato unico digitale europeo per consentire il pieno sfruttamento delle nuove tecnologie, sulla base dell’interoperabilità e della sicurezza, in modo da suscitare la fiducia dei cittadini europei.
D’altra parte la vera sfida che si affianca alla Venice Declaration, è come raggiungere questi obiettivi. Per questo l’imperativo è l' “execution”, per far in modo che la visione e le priorità scendano sul terreno della concretezza.
Nostro profondo convincimento è che il focus ossessivo su piani esecutivi, obiettivi, responsabilità a livello europeo e dei singoli paesi rappresenti il fattore che, questa volta, potrà fare la differenza rispetto agli scarsi risultati ottenuti in passato da piani ambiziosi come, per esempio, la Strategia di Lisbona. Ridefinire l’attuale quadro normativo attraverso una “lente digitale” deve far parte di questo nuovo approccio. Riteniamo, perciò, molto importante la proposta di un Consiglio Europeo dei Ministri sul digitale, per monitorare i progressi e gli avanzamenti in questa direzione.
Inoltre, in relazione ai costi per la digitalizzazione, siamo profondamente convinti che un miglior uso dei fondi strutturali europei possa essere di grande supporto per la realizzazione di piattaforme strategiche applicative. In questo senso un’adozione più estesa delle partnership pubblico-private potrà, senza dubbio, comportare l’apertura di nuove fonti di risorse finanziarie.
Infine, essendo la digitalizzazione l’investimento strategico più importante per rilanciare la crescita in Europa, l’uso di questi fondi non dovrebbe essere considerato nella contabilità del patto di stabilità.