Milano, 6/11/2014 - “L’Italia non cresce soprattutto perché non ha colto le potenzialità di cambiamento offerte dalle tecnologie digitali. Oggi dobbiamo assumere l’obiettivo di colmare il gap di 25 mld annui di mancati investimenti in innovazione rispetto alla media europea, che abbiamo accumulato in due decenni di progressivo calo degli investimenti in Ict, come una straordinaria opportunità per rilanciare l’economia e l’occupazione. Al Governo chiediamo di esercitare la sua piena leadership per far salire la trasformazione digitale del Paese al rango di priorità nazionale, da incardinare in tutte le azioni pubbliche e private volte alla crescita e allo sviluppo” è quanto affermato oggi il presidente di Confindustria Digitale Elio Catania, parlando in occasione dell’inaugurazione del nuovo Campus di Alcatel-Lucent a Vimercate, a cui a preso parte il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
“E’ finito il tempo delle liste di cose da fare – ha continuato Catania- Ormai sappiamo cosa va fatto e dobbiamo passare all’attuazione, concentrandosi su poche cose essenziali per innescare nel paese un effetto trascinamento. Internet e le tecnologie di rete generano valore quando accompagnate dall’innovazione dei modelli d’impresa e di Pa ed è qui che la guida politica deve scendere in campo per sciogliere i nodi, superare le resistenze e far modo che le cose avvengano. Diamoci l’obiettivo di portare a compimento entro 24 mesi i progetti strategici nazionali identificati per trasformare la Pa. La squadra c’è, è composta da persone capaci. Con l’Agid abbiamo aperto un’articolata collaborazione tecnica. Con Consip un tavolo di lavoro per standardizzare le forme di partnership pubblico-privata per finanziare per i progetti. Ora chiediamo di individuare i responsabili di ciascun progetto, che rispondano sui tempi attuativi e sui risultati”.
“L’industria Ict è pronta a investire e ad affiancare il Governo nel ridisegnare il paese, mettendo in campo tecnologie e competenze – ha concluso il presidente di Confindustria Digitale – Siamo impegnati nel compito di aiutare le Pmi a digitalizzarsi, innovare i modelli di business e favorire l’e-commerce, di offrire sbocchi industriali alle start up innovative, di sviluppare le infrastrutture di telecomunicazione, promuovere la formazione di nuove figure digitali. Per questo dobbiamo poter contare su un quadro normativo e regolatorio chiaro e non ostile al web e all’impresa. Passi avanti ne sono stati fatti e riconosciamo a questo Governo una forte e concreta sensibilità sul tema, ma siamo preoccupati dall’emergere di posizioni protezioniste. Il web pone sfide nuove e nell’affrontarle dobbiamo essere consapevoli della dimensione sovranazionale dei problemi di cui si discute. Non possiamo rischiare di creare ulteriori ostacoli alla possibilità di agganciare il treno dell’innovazione digitale. Non ce lo possiamo permettere. Abbiamo casi di eccellenza nel nostro Paese, nel pubblico e nel privato, non dobbiamo lasciarli isolati, ma impegnarci a farli diventare sistema”.