NO A REGOLE NAZIONALI CHE FRAMMENTANO IL MERCATO UNICO DIGITALE E LIMITANO LA LIBERTA’ DI SCELTA DEI CONSUMATORI

Elio Catania: netta al contrarietà al disegno di legge n. 2484 sulla neutralità di reti e piattaforme digitali. Si andrebbe a sovrapporre alla normativa europea, creando confusione e incertezza per gli investimenti in innovazione. Il ddl, noto come ddl Quintarelli, dopo il passaggio alla Camera, è nel calendario di questa settimana al Senato.

 

Roma, 18/9/2017 – “Dobbiamo constatare che nel Parlamento italiano continua a emergere la tentazione di produrre leggi nazionali particolari sui nuovi temi dell’innovazione tecnologica, i quali, al contrario, possono trovare soluzioni normative efficaci solo se affrontati in una dimensione internazionale. E’ il caso della net neutrality, tema spiccatamente globale che, dall’agosto 2016, è governato da un regolamento comunitario con regole direttamente vigenti in tutti gli Stati membri e su cui è prevista la vigilanza di tutte le autorità di regolamentazione nazionali sulle telecomunicazioni, coordinate dalle linee guida del Berec. Non si ravvisa dunque alcuna esigenza di avere sull’argomento una legge nazionale, con evidente problemi di compatibilità con la norma europea, che andrebbe a rendere incerto e confuso un quadro legislativo che oggi si presenta agli operatori e investitori certo e chiaro. Né si ravvisa l’esigenza di un intervento, assolutamente unico nel suo genere, di regolamentazione del libero mercato delle app e delle piattaforme. Chiediamo quindi al Parlamento e al Governo di avviare una seria riflessione sull'opportunità di un simile intervento normativo e di non affrettare decisioni che potranno creare danni al già fragile ecosistema digitale nazionale”. Ancora una volta Elio Catania presidente di Confindustria Digitale, si vede costretto a scendere in campo per esprimere netta contrarietà al disegno di legge n. 2484 sulla neutralità delle reti e piattaforme (noto come ddl Quintarelli), la cui discussione appare nel calendario di questa settimana del Senato.

 “Come abbiamo avuto di rilevare nella memoria inviata a Bruxelles – precisa Catania- tra il corpus normativo comunitario e il ddl in discussione esistono ampie aree di sovrapposizione e disomogeneità nell’impostazione normativa. Si introducono, ad esempio, limitazioni alle libertà di operare degli attori di mercato che non sono presenti nel diritto Europeo e oltrettutto risultano in aperta contraddizione con i principi della libera concorrenza e di garanzia libertà di scelta dei consumatori".

In un momento in cui l'Europa punta strategicamente sullo sviluppo del Digital Single Market per far recuperare competitività all’economia del continente- conclude il presidente di Confindustria Digitale - il risultato di un’eventuale approvazione del ddl sarebbe la frammentazione e la perdita di potenza di questo programma.  Mentre la creazione di barriere normative al nostro mercato penalizzerebbe non solo i consumatori italiani, ma l'attrattività stessa del nostro Paese per gli investimenti e l'innovazione”.

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