PNRR: DIGITALIZZAZIONE SIA ORGANICA ALLE RIFORME STRUTTURALI PER CREARE IL NUOVO SISTEMA OPERATIVO DEL PAESE

Audizione del presidente di Confindustria Digitale Cesare Avenia presso la VIII Commissione Lavori pubblici, comunicazioni del Senato

Cesare Avenia: “Nel PNRR i processi di trasformazione digitale vanno collegati all’azione riformatrice di Pa, istruzione, giustizia, sanità, mercato del lavoro, ecc. per poter cambiare profondamente i meccanismi di funzionamento del Paese e aprire nuovi percorsi di crescita in chiave sostenibile

Roma, 23/2/2021 – “La proposta di PNRR all’esame del Parlamento, se individua le principali aree di intervento su cui si può anche convenire, si presenta prevalentemente come una sommatoria di iniziative da finanziare senza che siano collocate nell’ambito di una visione strategica che dia coerenza, lungimiranza e sistematicità al piano stesso. La carenza più grave è sul fronte delle riforme strutturali, dalla giustizia, alla sanità, alla scuola, al mercato del lavoro, ecc, per le quali non vi sono indicazioni attuative, nonostante costituiscano gli elementi indispensabili per superare gli storici colli di bottiglia che da decenni impediscono al Paese di modernizzarsi e crescere. Nel Piano manca un’espressa indicazione di governance, nonostante l’oggettiva esperienza negativa accumulata dal nostro Paese, nell’utilizzo dei fondi comunitari, dimostri che una gestione straordinaria non sia un’opzione, ma un’esigenza assoluta per garantire l’attuazione dei progetti. Manca anche una lista puntuale di progetti con le relative schede di dettaglio, di conseguenza non vi sono elementi minimi per poter svolgere realistiche valutazioni di impatto degli investimenti. In questi termini il PNRR non appare in grado di soddisfare i requisiti posti dall’Europa, nonché le esigenze di modernizzazione e rilancio del Paese. Tuttavia, siamo certi che esistono tutte le capacità e competenze necessarie per riformulare oggi il PNRR nei tempi giusti, assumendo come base il lavoro svolto dal precedente governo e come riferimento strategico integrativo il Piano Colao. Le riforme strutturali, permeate trasversalmente dall’impiego massiccio e competente dell’innovazione digitale, devono diventare il capitolo centrale del PNRR per consentirgli di essere veramente il Piano Marshall del XXI secolo, cambiando profondamente il funzionamento del Paese e aprendo nuovi percorsi di crescita in chiave sostenibile”. E’ quanto affermato oggi da Cesare Avenia, presidente di Confindustria Digitale in occasione dell’audizione di oggi presso la Commissione Lavori Pubblici del Senato.

Oggi siamo quart’ultimi fra 28 paesi nella classifica Desi (Digital Economic & Social Index), l’indice con cui la Commissione monitorizza lo stato di digitalizzazione dei paesi membri - ha continuato AveniaPosizione in assoluta contraddizione con l’essere l’Italia fra le economie più industrializzate al mondo, che riflette ampiamente il nostro ritardo tecnologico, economico, organizzativo, culturale. Dobbiamo scalare almeno 10 posizioni per assumere una collocazione internazionale al pari dei principali paesi. È questo un obbiettivo strategico che nel PNRR deve tradursi nella capacità di collegare in modo organico i processi di trasformazione digitale alla riorganizzazione e reingegnerizzazione dei settori e asset da riformare”.

Il presidente di Confindustria Digitale ha poi concluso indicando come prioritari e irrinunciabili nel PNRR gli interventi trasversali che devono, cioè, formare il nuovo sistema operativo del Paese, fra cui la semplificazione e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione prevedendo anche l’adozione di modelli cloud aperti e paradigmi non proprietari per dare vita a un sistema infrastrutturale ibrido e interconnesso; programma di sviluppo delle competenze a tutti i livelli della società, dell’economia e delle istituzioni; incentivare le Pmi alla trasformazione digitale rafforzando e facendo conoscere sul territorio le opportunità  del piano Transizione 4.0; completare, con l’assegnazione di risorse adeguate stimate in circa 10 mld di euro, la copertura del Paese  con reti a banda ultralarga fisse e mobili; sostenere lo sviluppo del 5G anche procedendo all’adeguamento della norma sui limiti elettromagnetici; avviare una vera semplificazione delle norme e dell’attività di legiferazione.

 

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