PNRR: DISCONTINUITA’ E CORAGGIO PER DARE AL PAESE UN’OPPORTUNITA’ DI VERA E DURATURA RIPRESA

Audizione del presidente di Confindustria Digitale Cesare Avenia presso la IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) della Camera dei Deputati

 

Cesare Avenia:In questa situazione straordinaria, fra ritardi strutturali e opportunità storica di poterli superare, accelerare sull’innovazione digitale significa governare l’attuazione del PNRR. Bisogna recuperare nel minor tempo possibile il gravissimo ritardo di digitalizzazione accumulato in questi anni per creare nuove condizioni strutturali di crescita in una chiave digitale e sostenibile”.

Roma, 10/2/2021 – “Il PNRR deve rappresentare un fattore di chiara, visibile, discontinuità con il passato di stagnazione economica, di arretratezza tecnologica e culturale, che hanno caratterizzato la quotidianità di questi anni avendo come contraltare le incertezze e pesantezze del quadro normativo, le frammentazioni della governance e le lentezze dei piani di trasformazione digitale. Solo dando un taglio netto a questo andamento resistente all’innovazione, il PNRR può diventare l’occasione storica di una trasformazione profonda del Paese che ne cambi i meccanismi di funzionamento. Ciò significa, in primis, accelerare sulle piattaforme operative digitali, necessarie per dare concretezza esecutiva alle riforme strutturali. I piani e programmi di trasformazione già in atto, quali  Strategia Nazionale per le Competenze Digitali, Piano Triennale per l’informatica nella Pa, Transizione 4.0, switch off digitale dei servizi pubblici (Anpr, Spid, ecc), Piano Banda Ultralarga aggiornato con lo sviluppo della rete 5G, devono diventare nel PNRR altrettanti progetti esecutivi  misurabili, con l’assegnazione di risorse adeguate, indicazione dei cronoprogrammi, delle metodologie di implementazione, degli obiettivi intermedi, dei risultati attesi, dei responsabili istituzionali per la loro attuazione, delle modalità di partnership pubblico-privato. Dobbiamo essere coscienti che l’aspetto della governance e dell’esecuzione dei progetti è il punto dolente che da anni impedisce al nostro Paese di utilizzare in maniera efficiente e tempestiva i fondi europei. Se è positiva la conferma nel Piano presentato dal Governo della centralità del digitale spalmato su tutte le 6 missioni, la sostanza al momento è fatta di indicazioni di obiettivi di carattere generale e di allocazione di risorse su macro-temi su cui si può anche convenire, ma non possiamo nascondere che le condizioni dettate dall’Europa richiedono ben altro dettaglio, in particolare con riguardo a chi fa cosa e come.

Occorre discontinuità e coraggio: la governance che deve essere costruita per attuare il PNRR deve essere competente, autorevole e resiliente ai cambi di governo. Perché i progetti di trasformazione del Paese dovranno necessariamente sopravvivere alle contingenze delle vicende politiche: le iniziative che saranno avviate nei prossimi mesi determineranno il nostro futuro ben oltre l’orizzonte dell’attuale legislatura”. E’ quanto sostenuto oggi dal presidente di Confindustria Digitale Cesare Avenia, nel corso dell’audizione presso la IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) della Camera dei Deputati.

 

“L’Italia è entrata nel dramma della pandemia al quart’ultimo posto tra i Paesi Ue per livello complessivo di digitalizzazione e all’ultimo nelle competenze digitali – ha continuato Avenia - Questo gap, gravissimo per un paese industriale come il nostro, divenuto una causa strutturale della sua mancata crescita e modernizzazione, si è riflettuto pesantemente sull’efficacia delle risposte emergenziali che lo Stato si è trovato costretto a dare. Nel PNRR, una delle criticità, sta proprio nella sua impostazione conservativa, tesa a mantenere i vecchi assetti da cui derivano i ritardi. Dalla giustizia al welfare, dalla sanità alla scuola, ecc, la digitalizzazione viene vista come mero supporto tecnologico, con un’incredibile sottovalutazione delle sue potenzialità di rompere i vecchi schemi e generarne di nuovi più efficienti”.

Esempi di questa impostazione conservativa sono la scarsa attenzione dedicata al tema delle semplificazioni e la carenza oggettiva di risorse dedicate a completare l’infrastrutturazione del paese con reti a banda ultra larga fissa e mobile, a cui vengono destinati soli 1,1 miliardi di euro, a fronte di un fabbisogno che gli operatori stimano in almeno 10 miliardi. Spicca l’assenza di una strategia sugli obblighi di switch off dei servizi pubblici digitali, su incentivi e misure di accompagnamento per l’adesione delle Pa alle piattaforme pubbliche di interconnessione di dati e servizi, sugli indispensabili investimenti in formazione del personale pubblico e il reclutamento di nuovi profili professionali all’altezza delle esigenze di rinnovamento. Sul tema fondamentale della diffusione della cultura e competenze digitali, dell’uso di Internet e dei servizi online, non vi sono indicazioni concrete su aspetti cruciali come i programmi di riqualificazione dei lavoratori, ne vi sono corrispondenze operative e logiche con la “Strategia nazionale delle competenze digitali”. Manca un piano strategico che dia coerenza e senso di urgenza agli interventi previsti per la trasformazione digitale della sanità, nonostante il tema sia di drammatica urgenza.

Il PNRR deve innescare una dinamica progressiva che si alimenta dello sviluppo dell’innovazione. Per questo occorrono discontinuità della governance e coraggio per vincere le resistenze al nuovo. Quest’impresa complessa, ma non impossibile vedrà comunque la piena collaborazione di Confindustria Digitaleha concluso il presidente Avenia. 

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